“Grande come il mondo, alta e incredibilmente bianca al sole era la cima quadrata del Monte Kilimanjaro” Ernest Hemingway.
Nel 1887 parte il primo tentativo di scalata al Kilimanjaro . Hans Meyer, geologo e grande esploratore europeo, tenta la salita al Kibo , il picco più elevato del massiccio, il cratere meglio preservato e, a differenza delle altre due cime del Kili, perennemente coperto di neve e ghiaccio. La sua attrezzatura, per questa ragione, risulta essere insufficiente ed inadatta ed è obbligato a rinunciare una volta giunto ai piedi della cima.
Ripete l’ascesa nel 1889, accompagnato dall’alpinista austriaco Ludwig Purtscheller, uno degli scalatori professionisti più importanti del XIX secolo e con lui raggiunge finalmente per primo la vetta del Kibo a 5895 metri di quota

Kili from Karanga Hut
Il Kilimanjaro non è solamente la Montagna più alta d’Africa ma anche il Vulcano più grande del Mondo e, nonostante sia ormai estinto, è perfettamente preservato.
Il Kibo ( la cima più elevata del Kili) è il cratere più riconoscibile e vasto del complesso; è costituito in realtà da 3 crateri concentrici, il più piccolo dei quali ( il Reusch Crater) misura 1,3 Km di diametro, mentre il più esterno e più ampio ( il Kibo Crater) supera addirittura i 2,5 Km di diametro !
Lungo il margine meridionale del cratere, è posizionato il punto in assoluto più elevato del Kili…e dell’intera Africa: l’Ururu Peak , mecca di tutti gli appassionati di Montagna e di Trekking.


Sunrise from Ururu Peak
Gli altri due coni vulcanici del Kili sono: il Mawenzi il cui punto più elevato (5149m) è conosciuto come Hans Meyer Peak e lo Shira, il cratere più piccolo ( 3962m) ed antico , ubicato all’estremità occidentale della montagna.
Tra il Kibo ed il Mawenzi , nell’estremità orientale, si apre un’area semi-desertica di quasi 3600 ettari conosciuta come ” Sella del Kilimanjaro” che costituisce la ” Tundra” più estesa d’Africa ad un’altitudine media di 5000 metri !
Ad Ovest invece, tra il Kibo e lo Shira, si estende per più di 6200 ettari l’altipiano roccioso conosciuto come ” Shira Plateau” che, si crede, si sia formato ad opera della solidificazione di strati di lava a seguito di gigantesche eruzioni vulcaniche, all’interno della più antica e vasta caldera del vulcano .

Rispetto a molti altri ” giganti” del Pianeta, il Kilimanjaro risulta essere molto più accessibile, grazie alla particolare conformazione che lo caratterizza, alle sue sponde gentili, senza strappi o punti esposti che lo rendono adatto a Trekkers più o meno esperti.
Sono 6 i sentieri principali che conducono alle cime del Kili:
la Marangu Route ( la così detta ” Coca Cola Route”) è la più semplice e veloce, un tempo la più frequentata anche per la presenza lungo il cammino di rufugi ove pernottare. Si percorre mediamente in 5 giorni e si utilizza sia in salita che in discesa per un totale di 73 Km circa ( tra ascesa e discesa)
la Machame Route è invece probabilmente la più utilizzata oggi dai veri trekkers e dagli appassionati di montagna. E’ sicuramente più impegnativa della Marangu e necessita un paio di giornate in più e pernottamenti in tenda, ma è la più scenografica, meno affollata e garantisce maggiori chance di raggiungere la vetta. Generalmente, per chi effettua la salita via Machame Route ( che è più lunga e meno diretta della Marangu) , si utilizza la Mweka Route, la terza via d’accesso alla cima del Kili ( che è invece più veloce e diretta ) per un totale complessivo di circa 60 Km
Vi sono poi sentieri meno battuti come la Rongai Route l’unica a salire da Nord est, al confine con il Kenya; la Lemosho Route che percorre il versante occidentale ( quello dello Shira Plateau per intenderci) ed infine la Umbwe Route, la più corta in assoluto ( circa 28 Km in ascesa) ma anche la più ardua e verticale .

Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.